apparatus (critical)

Si è detto all’inizio che un edizione critica è un’edizione di studio, non destinata alla divulgazione, ma alla ricerca. Nella sua forma più tipica, essa presenta una struttura caratteristica, nella quale il testo critico che costituisce l’oggetto della pubblicazione è accompagnato da un apparato critico – di solito collocato al piede della pagina, più raramente al termine del testo critico – nel quale trovano posto le varianti che l’editore non ha ritenuto di accogliere, per ognuna delle quali vengono indicati i testimoni che la riportano. Ovviamente, a seconda degli scopi dell’edizione e della natura del testo pubblicato, l’apparato può contenere materiali diversi. […]

Nell’apparato critico l’editore dà conto della ricerca da lui effettuata e fornisce gli strumenti per la sua verifica: grazie al materiale in esso contenuto, successivi studiosi possono discutere ed eventualmente contestare le scelte dell’editore e proseguire nella ricostruzione e nell’analisi dell’opera, formulando nuove ipotesi. Per questa ragione, è importante che l’apparato critico sia il più possibile chiaro e preciso.

Secondo la terminologia tradizionale, si parla di apparato critico positivo quando esso riporta indicazione, oltre che dei testimoni che attestano la variante scartata, anche di quelli che attestano quella accolta; di apparato critico negativo quando sono indicati solo i testimoni della variante scartata, e quelli della variante accolta si ricavano per sottrazione.

(Chiesa 2002, 161-162)

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