idiograph

Il procedimento più comune di produzione del testo, per molti secoli, fu quello in cui l’autore dettava oralmente la sua opera a un segretario, e successivamente ne riguardava la stesura; o ancora quello in cui egli componeva le parti successive dell’opera su supporti provvisori e destinati poi alla distruzione – come frammenti di carta o pergamena, o tavoletta di cera -, e poi le affidava da ricopiare a uno scriba. Nell’uno e l’altro caso, neppure la prima trascrizione continua dell’opera – quella che oggi chiameremmo la ‘minuta’ – era in senso stretto autografa; ma era pur sempre controllata dall’autore, che la rileggeva e vi apportava correzioni e integrazioni. Il valore di questi manoscritti, chiamati idiografi, è analogo a quello degli autografi, perché essi contengono un testo autorizzato dallo scrittore e corrispondente alla sua volontà; ma in essi possono ritrovarsi errori di vario genere, introdotti dal copista e sfuggiti poi all’autore nella fase di controllo.

(Chiesa 2002, 148)

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