recentior non deterior
Uno è la limitazione ai manoscritti più antichi, al quale il Pasquali (ma già Semler) giustamente oppone il canone che enuncia in modo lapidario «recentiores, non deteriores»: la sparizione dei loro antigrafi può doversi al caso, ma qualche volta proprio al fatto che ne esisteva una copia più leggibile o in migliore stato fisico di conservazione.
(Contini 1986, 25-26)