La filologia come disciplina storica si rivela sempre più acutamente involta, non si dirà dell’aporia, ma nella contraddizione costitutiva di ogni disciplina storica. Per un lato essa è ricostruzione o costruzione di un ‘passato’ e sancisce, anzi introduce, una distanza fra l’osservatore e l’oggetto; per altro verso, conforme alla sentenza crociana che ogni storia sia storia contemporanea, essa ripropone o propone la ‘presenza’ dell’oggetto. La filologia moderna vive, non di necessità inconsciamente, questo problematismo esistenziale.