innovation

L’atto manuale della scrittura è soggetto a diverse forme di imperfezione, come ciascuno può sperimentare in proprio; infatti, anche componendo un originale, capita di cadere in errori, ma il rischio è ancor maggiore se si sta copiando, e sopratutto se si tratta di un testo lungo che produce quindi distrazioni e stanchezza. Di qui, comunemente, parole scritte in modo impreciso, a causa, per esempio, di aplografia (statale ridotto a stale, sperperare a sperare ecc.), dittografia (sperare diventa sperperare, minimo diventa mininimo ecc.), omissione di segni diacritici (accenti, apostrofi, punteggiatura) ecc. Tra le varie innovazioni possibili alcune sono evidenti di per sé, hanno cioè manifesti caratteri di errore; altre sono subdole, perché sono dotate di senso, si inseriscono bene nel contesto, hanno insomma un’aria di autenticità che solo il confronto e la divergenza rispetto ad altri testimoni potrebbero mettere in dubio o addirittura smascherare.

(Stussi 1994, 100)

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innovazioni (errori, aggiunte, eliminazioni, ecc.).

(Chiesa 2002, 52)

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