La rappresentazione delle varianti può avvenire in due modi: con apparato verticale, definito anche “rappresentazione in colonna” (Stussi 2006, 187) o con apparato orizzontale, definito anche “rappresentazione lineare” (189).
Apparato verticale o in colonna. Questo tipo di apparato consiste nel mettere in colonna e rappresentare verticalmente tutte le correzioni un verso, dalla prima all’ultima, indicando con marcatori tipografici opportunamente scelti (corsivi, neretti) le cassature che hanno portato alla scrittura di una nuova lezione o gli inserimenti di nuove porzioni di testo.
[…] La verticalità coincide con la temporalità; i versi o le porzioni di verso non soggetti a variante non sono ripetuti, in modo da rendere immediatamente evidente dove e come si impianta la correzione.