rewriting

Réécriture: toute opération scripturale qui revient sur du déjà-écrit, qu’il s’agisse de mots, de phrases, de paragraphes, de chapitres ou de textes entiers.

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Le varianti tardive, invece, sono quelle correzioni apposte al testo in una fase successiva a quella della prima stesura, e – a rigore – sono tutte quelle non in rigo e non implicate con il testo seguente. Naturalmente possono essere riconosciute con certezza solo nel caso in cui lo scrittore abbia utilizzato due penne diverse per le due fasi di elaborazione del testo, una penna per la stesura di base, un’altra per la correzione, oppure nel caso in cui si riescano a trovare correzioni sistematiche e comuni all’interno del testo, come un cambiamento onomastico o toponomastico, oppure abitudini scrittorie e grafiche o lessicali dell’autore.

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In assenza di specifici indicatori grafici (penne, matite di colori diversi, ecc.), si dovrà tenere conto di vari fattori, come il ductus (l’andamento della penna sulla carta), la grafia, i legami sintattici e lessicali, lo stile dell’autore, le sue abitudini correttorie, nessuno dei quali può dare la certezza scientifica della contemporaneità o posteriorità della correzione, ma che possono tutti concorrere, facendo “sistema”, a sostenere una o l’altra ipotesi cronologica.

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