l’edizione diplomatica, utilissima un giorno, ha una sfera d’applicazione in diritto, se non in fatto, sempre più limitata. Essa rappresenta un puro aumento di leggibilità, e in realtà viene spesso giustapposta, passibile com’è oltre al resto di misurazioni topografiche, al facsimile fototipico, spesso trasparente solo dopo una lunga assuefazione.
Al contrario, in una procedura ecdotica segnata dall’informatica la trascrizione da un manoscritto rappresenta il momento forte, anzi decisivo, non solo perché è il momento più costoso in termini di tempo/uomo ma soprattutto perché configura il momento crucialissimo della codifica, cioè dell’immissione nella macchina dell’informazione da cui dipenderanno tutti i successivi trattamenti e manipolazioni.
Con il nome di edizione diplomatica si designa l’edizione che abbia per obiettivo quello di fornire un’immagine fedele di un determinato manoscritto, riproducendo per quanto possibile lo stesso aspetto fisico di quel testo. In un’edizione diplomatica pertanto non compariranno emendamenti dell’editore, che potranno magari essere relegati in un apparato; le eventuali abbreviazioni utilizzate dal copista non saranno sciolte, o lo saranno in forma tale da evidenziare la forma effettivamente attestata nel manoscritto; spesso verrà mantenuta la divisione delle righe presente nel manoscritto, con i medesimi ‘a capo’; verrà esplicitamente indicata la fine di ogni pagina; le grafie del manoscritto verrano rigorosamente rispettate; ecc. In un’edizione diplomatica il testo presenta spesso scarsa leggibilità, perché è continuamente interrotto da indicazioni di altro genere.
According to its classic definition, a diplomatic edition comprises a transcription that reproduces as many characteristics of the transcribed document (the diploma) as allowed by the characters used in modern print. It includes features like line breaks, page breaks, abbreviations and differentiated letter shapes.